M5 (NGC5904)Ammasso globulare
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Costellazione | Serpente (Caput)) |
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Ascensione retta |
15h 16m | Cenni storici | ||
Declinazione | +02° 16′ | L’osservazione di M5 | ||
Distanza | 30.000 a.l. | Cos’altro c’é da sapere | ||
Mag. visuale | 6.2 | Newton 412 mm. F/4.3 dell’O.R.S.A. Autori Giorgio Puglia e Carmelo Zannelli. 15 min. su Fuji Super G 800 Plus. |
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Ø (‘) | 17 | |||
Shapley | Classe V | |||
Vel. radiale (km/s) |
52 | |||
Cl. spettrale integrata | F5 |
Cenni storici
La scoperta di M5 va attribuita all’astronomo tedesco Gottfried Kirch, che divenne direttore dell’Osservatorio Reale di Berlino nel 1705. Da una relazione fatta dalla moglie, Marie Margarethe, sappiamo che la scoperta avvenne il 5 maggio 1705, mentre Kirch cercava una cometa. Kirch é anche colui che scoprì il bellissimo ammasso aperto M11 nello Scudo; la storiografia tradizionale attribuisce a Kirch anche la scoperta della variabilità di c Cygni. In effetti l’astronomo tedesco fece soltanto una riscoperta indipendente delle caratteristiche di c Cygni: in realtà, come dimostriamo in altre pagine, la paternità di questa scoperta va ascritta a Giovan Battista Hodierna.
Messier riscoprì M5 nel maggio 1764, registrandolo come “Bella nebulosa tra la Bilancia e il Serpente, vicino alla stella n° 5 del Serpente (secondo il Catalogo di Flamsteed), di sesta magnitudine; non contiene stelle e, con un buon cielo, si vede bene in un ordinario strumento da un piede [di lunghezza focale]…rivista il 5 sett. 1780, e il 30 genn. e il 22 marzo 1781.“
Come accadde per quasi tutti gli ammassi globulari, la risoluzione in stelle fu ottenuta per la prima volta da William Herschel: nel 1791 egli scoprì che il nucleo centrale di M5 era una fitta massa di circa 200 stelle “Benché la parte centrale sia talmente compressa che risulta impossibile distinguerne i componenti“.
Burnham racconta che Mary Proctor, scrivendo nel 1924 in “Evenings with the stars“, dava una squisita descrizione dell’impressione che aveva ricevuto di M5 osservandolo attraverso il più grande rifrattore del mondo, il 40 pollici dello Yerkes Observatory: “Miriadi di punti scintillanti che brillano su un tenue sfondo di nebbia stellata, illuminata quasi come da un chiaro di Luna, formavano un impressionante contrasto con l’oscurità del cielo notturno. Nei pochi, beati istanti, durante i quali lo spettatore fissava tale spettacolo, questo gli suggeriva una visione genuina del Paradiso…“
L’osservazione di M5
M5 si trova a poco meno di 8° SO da a Serpentis, e a circa 20′ NNO dalla stella doppia 5 Serpentis. Questa può essere ripresa nello stesso campo con un oculare a bassi ingrandimenti. In un comune binocolo, M5 si presenta come un oggetto quasi stellare dall’aspetto nebuloso, intorno alla settima magnitudine. Un buon binocolo 11×70 ne fornisce una splendida immagine, una macchia argentea dai bordi sfumati. In un rifrattore da 80 mm. é una brillante nebulosa rotonda di 5′ di diametro. Un telescopio da 100 mm. o più comincia a risolvere in stelle l’ammasso, e ne aumenta il diametro apparente rivelando le stelle via via più evanescenti che si trovano alla sua periferia.
Burnham riporta la testimonianza di Walter S. Houston , che affermava di aver ottenuto un diametro di 27′ con il suo riflettore da 250 mm., sotto un cielo eccezionalmente buio.
Per quel che riguarda la fotografia, vale senz’altro quanto detto per M4. Naturalmente, data la diversa morfologia dei due ammassi, le zone centrali di M5 risulteranno (in fotografia come all’osservazione visuale) assai meno risolte che in M4. Più precisamente, uno strumento come il Newton da 412 mm. dell’O.R.S.A. risolve benissimo anche le stelle più centrali di M4, mentre il nucleo di M5 risulta in ogni caso non risolvibile.
Le fotografie dimostrano che M5 non é del tutto circolare: presenta un’ellitticità di forse il 10% (P.A. 50°). Inoltre, vi é una distribuzione in certo qual modo irregolare delle stelle più brillanti, se lo si paragona con un “tipico” ammasso globulare come, ad esempio, Omega Centauri. Le stelle sembrano disporsi in flussi radianti che si spingono oltre gli orli dell’ammasso, dando in qualche modo l’impressione di una vaga struttura a spirale; quest’aspetto é comune in molti ammassi globulari, ed é spesso menzionata nelle descrizioni di Lord Rosse.
Transito al meridiano. – Il 14 maggio M5 transita sul meridiano di Palermo alle 22h 55m 06s (T. U.).
Cos’altro c’é da sapere
- B. S. Hoggs fornisce un diametro totale apparente di 19.9′, ed una magnitudine totale integrata fotografica di 7.04. Tale diametro apparente, messo in relazione con la distanza stimata, fornisce un’estensione lineare di oltre 130 a. l., il che ne fa uno degli ammassi globulari più grandi.
M5 contiene una quantità di stelle variabili particolarmente elevata: fino al 1975 ne erano state identificate ben 97, oggi se ne contano almeno 105. La gran maggioranza di queste variabili é costituita dalle “variabili degli ammassi” del tipo RR Lyrae, con periodi che si aggirano intorno ai 0.5 giorni; tutte queste hanno magnitudini vicine a 14.9. Due stelle brillanti (tra mag. 11 e 12) sembrano essere Cefeidi; i loro periodi sono 25.74 e 26.42 giorni. Una variabile abbastanza inusuale sembra essere una debole stella eruttiva della classe SS Cygni, e raggiunge al suo massimo mag. 17.
M5 sembra essere uno dei più vecchi ammassi globulari noti, e, come d’altra parte tutti gli ammassi globulari, si pensa possa essersi formato nel primissimo periodo della storia della Galassia, probabilmente oltre 10 miliardi di anni fa. Arp, nel 1962, calcolò per M5 un’età di 13 miliardi di anni. M5 mostra una moderata velocità radiale, di circa 50 km/sec. in recessione. Secondo Burnham, la sua distanza é di circa 26000-27000 a. l.