Cenni storici
La prima descrizione documentata di M13 si deve ad Halley, nel 1715. Lo aveva osservato l’anno prima, e annotò che “…esso si mostra ad occhio nudo quando il cielo è sereno e la Luna assente“.
Secondo Messier, esso è anche riportato nell’Atlante Celeste di John Bevis. Messier lo osservò nel 1764, e lo definì come “Nebulosa senza stelle, scoperta nella cintura di Ercole; é rotonda e brillante, il centro più splendente dei bordi, la si vede con uno strumento da un piede; é vicina a due stelle, entrambe di ottava magnitudine, una sopra e una sotto: la nebulosa é stata determinata in base a e Herculis. M. Messier l’ha riportata sulla Carta della Cometa del 1779…Vista da Halley nel 1714. Rivista il 5 e il 30 gennaio 1781. E’ riportata sul Celestial Atlas inglese. “.
Neanche Bode riuscì a risolverlo in stelle. Tanto per cambiare, ci riuscì invece William Herschel, che lo risolse in “…un bellissimo ammasso di stelle eccezionalmente compresso nel centro e molto ricco.”
Qui a destra, una xilografia tratta da “Outlines of Astronomy” di John Herschel che (citiamo letteralmente) “…rappresenta (in qualche modo rozzamente) la tredicesima nebula della lista di Messier (descritta da lui come nébuleuse sans étoiles), come é vista in un riflettore da 18 pollici di apertura e 20 piedi di lunghezza focale.“
L’osservazione di M13
M13 si trova a circa un terzo della linea che congiunge h a z Herculis.
Esplorando questa regione con un binocolo, anche di modesta qualità, l’osservatore non avrà difficoltà a trovare quest’oggetto, che in un cielo veramente buio é addirittura visibile ad occhio nudo come una stellina dall’aspetto nebuloso di mag. 6. La visione nei binocoli è caratteristica per il fatto che l’ammasso si trova nel vertice di un triangolo isoscele la cui base è determinata da due stelline di 6a magnitudine.
Nei piccoli telescopi M13 appare come una brillante nebulosa rotonda di circa 10° di diametro apparente. Questo, comunque, ha un’estensione più che doppia nelle migliori lastre fotografiche. Uno strumento da 100-150 mm. comincia a risolverlo in centinaia di piccole stelle, e nei telescopi più grandi il brulichio di stelle scintillanti costituisce uno spettacolo indimenticabile.
La fotografia di quest’oggetto non pone particolari problemi: con pellicole di 800 ASA, ad f/5, 15 minuti di posa normalmente consentono di ottenere immagini più che soddisfacenti. Fermo restando che la risoluzione delle stelle che si può ottenere, in osservazione visuale così come in fotografia, è direttamente proporzionale al diametro dell’obbiettivo dello strumento adoperato, abbiamo visto splendide fotografie di M13 riprese con strumenti relativamente piccoli ed economici, quali i notissimi MTO russi, che sono ancora reperibili facilmente a prezzi assolutamente modesti.
M13 è certamente l’ammasso globulare più brillante dell’emisfero boreale. Alle medie latitudini rivaleggia con esso M22 che, in realtà, è ancora più cospicuo: ma la declinazione estremamente meridionale fa sì che il suo splendore risulti notevolmente attenuato, a vantaggio di quello di M13.
Circa 40’ a NE di M13 si trova la galassia spirale di 11a mag. NGC6207, spesso in bella evidenza, come si vede dalle foto presentate in queste pagine, anche nelle fotografie amatoriali. Ha un’estensione di circa 2’x1’ ed un nucleo abbastanza brillante. Qui a destra ne mostriamo un’immagine tratta dal sito Internet SkyView della NASA (Copyright © 1993, 1994, Association of Universities for Research in Astronomy, Inc. All rights reserved), che mostra qualche particolare in più rispetto a quanto non si possa osservare in foto riprese da strumenti amatoriali.
Transito sul meridiano. – Il 10 giugno M13 transita sul meridiano di Palermo alle 22h 31m 51s (T. U.).
Cos’altro c’é da sapere
Alla sua distanza di 25.000 a.l., il suo diametro angolare di 23′ corrisponde a 170 anni luce. Attorno al suo nucleo, le stelle sono circa 500 volte più concentrate che nei dintorni del sistema solare. L’età di M 13 è stata stimata tra i 12 e i 14 miliardi di anni.
Herschel aveva stimato che la popolazione stellare di M13 fosse costituita da circa 14000 stelle. Burnham riferisce che, quando scrisse il “Celestial Handbook“, erano state contate, a M. Wilson, oltre 30.000 stelle entro mag. 21. Ma contare le stelle nel fitto del nucleo é ovviamente impossibile, ed é certo che ce ne sono centinaia di migliaia; probabilmente, non meno di un milione.
La luminosità totale di M13 é oltre 300.000 volte quella del Sole, e la massa mezzo milione di volte quella solare. La magnitudine integrata totale dell’ammasso é +5.7, quella assoluta circa -8.7. La velocità radiale, secondo Burnham, è di 150 miglia (250 km) al secondo in avvicinamento. Questo moto risulta dalla combinazione di tre diverse velocità: la rotazione della Galassia, il moto del Sole nello spazio, e il moto di rivoluzione dell’ammasso attorno al centro galattico.
Secondo Kenneth Glyn Jones, M13 ha la peculiarità di contenere una giovane stella azzurra (Blue Straggler), Barnard n° 29, di tipo spettrale B2 . La qualità di membro dell’ammasso di questa stella è stata confermata dalla misurazione della velocità radiale; fino a qualche anno fa, la presenza di simili stelle all’interno degli ammassi globulari era abbastanza inspiegabile, e la teoria più accreditata pensava a casi di catture da parte del campo gravitazionale dell’ammasso. Oggi, grazie alle prestazioni del Telescopio spaziale Hubble, l’enigma sembra risolto.
In M13 si conoscono poche variabili, in contrasto con la maggior parte degli altri ammassi globulari. La ragione di questa discrepanza non é chiara.