M45

Cenni storici

Le Pleiadi sono uno degli oggetti celesti conosciuti fin dai tempi più remoti, certamente da oltre 1000 anni prima di Cristo. Esiodo ne parla ne “Le Opere e i giorni“(1); il loro sorgere eliaco (la prima comparsa nel cielo del mattino, prima del sorgere del Sole) era un avvenimento astronomico importante nel mondo antico, e Giulio Cesare fece iniziare il suo calendario da questo giorno. Omero ne parla nel quinto libro dell’Odissea(2), e vi sono diversi riferimenti alle Pleiadi anche nella Bibbia(3).

Sono state conosciute nella storia come le “sette sorelle” o come le “sette vergini“, e sono generalmente indicate nel mito come le sette figlie di Atlante e Pleione: Alcyone, Asterope, Celaeno, Electra, Maia, Merope e Taygeta. Secondo una versione del mito, queste bellissime ninfe furono inseguite dal cacciatore Orione attraverso i boschi della Beozia per cinque anni, finché Zeus li trasferì tutti, Orione incluso, tra le stelle.

E’ impensabile che quest’oggetto, così cospicuo e noto fin dall’antichità più remota, sia stato incluso nel Catalogo Messier per evitare che altri astronomi potessero confonderlo con una cometa (era questa l’iniziale motivazione per la compilazione del Catalogo stesso)(4) . Non che sia fuori posto, trattandosi di un ammasso di stelle effettivamente associate fisicamente, e non di un mero asterismo. Ma allora, perché non catalogare anche le Iadi e il doppio ammasso di Perseo? L’impressione é che Le Pleiadi siano state incluse, nella prima versione del Catalogo, solo per arrivare al numero di 45 nebulae.

L’osservazione di M45

Ci sembra superfluo dare indicazioni per trovare le Pleiadi. Fra tutti gli oggetti del Catalogo, nessun altro è così noto e vistoso. Almeno 6 membri dell’ammasso sono facilmente visibili ad occhio nudo (5); in condizioni di seeing discreto questo numero sale a 9, e, sotto un cielo limpido e buio balza addirittura oltre la dozzina. Carmelo Zannelli, coautore della maggior parte delle fotografie che illustrano quest’opera, riesce a contarne 11.

Un buon binocolo ne dà una visione d’assieme entusiasmante, mentre un telescopio, anche piccolo, non riesce ad abbracciare tutto l’ammasso a meno che non si usi un ingrandimento insolitamente basso (le nove stelle più brillanti sono racchiuse in un campo di poco più di 1° di diametro). Per riuscire a scorgere la debole nebulosità che le circonda sono necessarie aperture piuttosto elevate.

Non occorrono grandi mezzi, invece, per la fotografia. Con una pellicola da 800 ISO e aperture intorno a f/4, anche con un semplice teleobiettivo e una quindicina di minuti di posa è possibile cominciare a rivelare tracce della nebulosità (ovviamente, con un sistema di inseguimento, tanto più accurato quanto più lunga è la focale che impiegata).

Transito sul meridiano. – Il 15 novembre le Pleiadi transitano sul meridiano di Palermo alle 23h 18m 02s.

Cos’altro c’è da sapere

Si tratta di un ammasso molto giovane, forse 20 milioni di anni: non contiene alcuna gigante rossa, ma Cecilia Payne-Gaposhkin afferma che in M45 vi sono alcune nane bianche.

Le recenti osservazioni del 1995 hanno rivelato diversi oggetti candidati ad essere classificati in un tipo particolarmente interessante di corpi stellari: le cosiddette nane brune.

Alcyone (h Tauri) è la stella più brillante del gruppo. Di magnitudine apparente 2.87, é circa 1000 volte più brillante del Sole, e probabilmente 10 volte più grande. Tutte le stelle più brillanti sono in rapida rotazione.